intervista ad Ernesto e Marianne
in cui raccontano la loro
collaborazione e il loro metodo d’insegnamento creativo basato
sull’integrazione di tecniche artistiche e dei strumenti della meditazione.
Marianne:
I workshops che conduciamo insieme sono
esperienze artistiche ideate per stimolare la creatività delle persone a
partire di una metodologia integrata che mette insieme l’arte, la creatività e
la presenza mentale, per dare alle persone l’opportunità di attingere
liberamente a nuove parti di se stessi e di riscoprire la loro anima creativa
attraverso tecniche specifiche che si basano sui processi immaginativi, sul
flusso creativo e sulla pratica della concentrazione. Alcuni tipi di
meditazione consentono di riportare l’attenzione all’interno e di sviluppare la
presenza mentale, permettendoci di entrare nel processo di creazione con
naturalezza e consapevolezza e di spostarsi in uno spazio di possibilità e di
esplorazione, spogliandoci gentilmente dalle aspettative e dei preconcetti che
avrebbero inibito quella nostra parte espressiva. L’osservazione del ritmo del
respiro, delle sensazioni corporei e del flusso dei pensieri crea uno stato di
apertura e di spazio, condizioni ideali per sperimentare la creatività senza
ansia da prestazione.
Ernesto: Questo progetto è nato con
Marianne, quando abbiamo deciso di unire le nostre competenze ed esperienze di
vita in un percorso unico. Lei come counselor
e creative coach lavora con clienti e gruppi attraverso un approccio di “creative flow”, di pittura intuitiva e di
arte terapia, ed io come artista e pittore di mestiere, abbiamo voluto unire le
forze per presentare un percorso che integrasse l’arte e la meditazione. La
concentrazione e la presenza mentale sono strumenti che consentono di
risvegliare gli aspetti creativi addormentati. Abbiamo abbinato diverse
tecniche legate alla pittura e al colore allo strumento della concentrazione
per aprire nuove strade creative.
Come
interviene la creatività in questo percorso?
Marianne: La creatività è una parola davvero
caleidoscopica: la creatività è un processo che fa incontrarsi elementi
eterogenei, è un ciclo che porta il seme a trasformarsi in un albero, è un
flusso che ci trasporta da un punto all’altro, un approccio alla vita. È la
nostra capacità ad andare oltre l’ovvio, a manifestare il nuovo, a tirare fuori
risorse insospettate, a mettersi in gioco in ogni attimo, a risolvere le
situazioni. In un certo senso, l’Arte è una grande metafora, ci fa entrare in
uno spazio di possibilità, dove tutto può cambiare e trasformarsi da un momento
in qualcos’altro. Utilizziamo un metodo che mette insieme il linguaggio dei
colori e una palette di varie tecniche per esprimere il nostro mondo interiore,
che ci porta nella dimensione del gioco in modo da superare le paure e le
inibizioni e da lasciare la riva per navigare fino un luogo ignoto per scoprire
nuovi territori ed arricchire la nostra gamma espressiva.
Che
tipo di tecniche di meditazione utilizzate nei vostri workshops?
Marianne:
con Ernesto abbiamo percorsi di vita diversi e quindi utilizziamo approcci
complementari alla meditazione: Ernesto è legato alla meditazione zen e vipassana ed io alla meditazione creativa e all’immaginazione
guidata, come viaggio interiore che ci mette a contatto con la parte più profonda
e fertile di noi stessi. Ci accomuna l’importanza che diamo all’osservazione
delle sensazioni e all’esperienza del respiro. Guidare una meditazione a due
voci, maschile e femminile, consente anche un maggior equilibrio energetico
all’interno del gruppo. L’osservazione passiva è uno strumento efficace per
fare spazio dentro di noi, per riconoscere i pensieri ricorrenti e limitanti
che ci impediscono di fluire con ciò che accade dentro e fuori di noi e per
diventare consapevoli dei nostri meccanismi automatici.
Essendo
fortemente collegata con la nostra capacità di ricevere i segnali del mondo e
di trasmettere, la creatività ci richiede di “fare spazio”, di ascoltare per esprimere,
e per questo bisogna sviluppare la capacità di aprirsi. Spesso siamo alle prese
con la nostra difficoltà a lasciarsi andare e ci attacchiamo all’idea che ci
siamo fatti di noi stessi, incatenati dall’abitudine di giudicare, paragonare e
voler controllare tutto. Nella pittura, bisogna saper dare voce all’intuito,
attivare gli organi sensoriali per esprimersi con il gesto, con l’emozione, con
il corpo, senza voler per forza raggiungere qualche risultato; riconoscere il
ruolo limitante dell’aspettativa e superare le proprie barriere osando
sperimentare le possibilità offerte
dalla pittura. Se vogliamo essere
creativi, bisogna vivere il processo creativo della pittura con fiducia, per
puro piacere, abbandonandosi al gioco.
In
che modo la meditazione si integra con la pittura?
Ernesto:
La meditazione è uno strumento che consente di scoprire livelli di profondità, di andare li dove i pensieri scorrono, dove
possiamo osservarli in qualità di puri testimoni, in modo da liberarci dalla
stretta dell’ego e dimenticarsi di noi stessi. Nel momento in cui lasciamo
perdere l’ego, inteso come l’idea che ci facciamo di noi stessi, allora possiamo
entrare nel mistero, nel vuoto fertile, ed in quel momento può accadere la
creatività, l’arte, possiamo avere uno sguardo diverso sulle cose. Attraverso
la meditazione cerchiamo di approfondire un percorso e possiamo provare
sensazioni nuove riguardo a chi siamo. Le meditazioni che pratichiamo nei
workshops sono collegate alla sensazione di unità e di interconnessione con il
mondo: da li, cerchiamo di far venire fuori la creatività attraverso diverse tecniche
artistiche, e tutto fluisce perché la meditazione entra nella pittura. È un’arte
incentrato sul respiro, sull’essere presente, sul qui ed ora.
Quali
sono i benefici di questo percorso per i partecipanti?
Ernesto:
Partiamo dal principio che non c’è niente di giusto o di sbagliato. Le consuete
categorie del giudizio, del bello e del brutto, svaniscono in un contesto di
ricerca interiore. Utilizziamo l’arte non tanto per diventare artisti nel senso
accademico del termine, ma per diventare artisti della propria vita, per essere
creativi in ogni attimo. È per questo che le persone non hanno bisogno di
competenze specifiche per partecipare, perché l’arte è uno strumento. Il
linguaggio pittorico è uno dei primi linguaggi con cui entriamo a contatto quando
siamo bambini, e poi ad una certa età, questo percorso si blocca, si addormenta
o si perde, però la pittura rimane un linguaggio che abbiamo conosciuto e che
ci appartiene, anche se poi scegliamo di svilupparne altri. Cerchiamo di
risvegliare quel linguaggio conosciuto ed assopito, il linguaggio visivo. Per
quanto riguarda la meditazione, si tratta di una tecnica molto utile ed
accessibile a tutti, perché lavoriamo sul piano del cuore, delle emozioni e non
dell’intelletto. Da noi le persone vengono per approfondire un percorso
personale e per scoprire i loro aspetti creativi, per diventare artisti della
propria vita.
Che
significa essere un “ artista della propria vita”?
Ernesto:
La parola “ artista” è stata tantissimo usata e il suo significato ha subito
molte variazioni nei secoli. Il senso che diamo a questa espressione è che
esiste per ognuno di noi la possibilità di essere creativi in ogni cosa che
facciamo. La creatività non è specificamente legata a ciò che facciamo. Può
essere che un’opera d’arte abbia della creatività ma possiamo trovare la stessa
creatività nella nostra vita quotidiana, nel cucinare, nell’essere insieme alla
persona che amiamo o nel nostro lavoro. Possiamo essere creativi in tantissime
situazioni e modi. Avviene nell’arte per chi è collegato con la dimensione
visiva, avviene nella musica per chi ha sviluppato la parte sonora. È
fondamentale essere creativi oggi per essere più presenti, per poter fare delle
scelte, per poter entrare in sintonia con ciò che ci accade, con l’impermanenza
della vita. Possiamo essere artisti della propria vita in ogni attimo di tempo.
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